Fisiosanity Informa / La gonartrosi del ginocchio
Capita a molte persone che, anche per lunghi periodi di tempo, si presenti un fastidioso disturbo nella zona del ginocchio in grado di compromettere la normale conduzione della quotidianità. Spesso si affronta il problema con rimedi naturali o farmaci, senza però sapere che esso potrebbe rappresentare una specifica patologia: la gonartrosi.
La gonartrosi del ginocchio è una patologia articolare, conosciuta anche come artrosi del ginocchio e consiste principalmente nella lacerazione della cartilagine articolare del ginocchio.
La cartilagine articolare, quando è sana, svolge una funzione protettiva per il ginocchio, ammortizzando i carichi durante il movimento e riducendo gli attriti. Essa assicura che le ossa (in questo caso il femore, la tibia e la rotula) non si sfreghino direttamente l’una contro l’altra.
Con il trascorrere degli anni, il naturale processo di invecchiamento causa l’usura della cartilagine e accade così che molte persone provino dolore alle ginocchia, soprattutto riattivandosi dopo lunghi periodi di riposo, ma all’inizio esso scompare dopo pochi minuti.
Con il progredire della patologia, tuttavia, il dolore si intensifica e inizia a limitare in modo significativo la capacità di una persona di muoversi normalmente mentre svolge le proprie attività quotidiane, come camminare, salire o scendere le scale, infilarsi le scarpe e sollevare oggetti da terra.
Oltre alla gonartrosi legata all’invecchiamento, vi sono casi in cui la patologia si manifesta anche in seguito a una lesione passata – come una frattura – oppure accade che colpisca atleti o persone obese.
I sintomi e le manifestazioni della gonartrosi (o artrosi del ginocchio) sono vari, progressivi e compaiono in maniera sporadica nel tempo. Ecco i più frequenti:
Il sintomo più preoccupante è il dolore, spesso accompagnato dal gonfiore. Tuttavia questi non sono costanti, per cui il paziente può trascorrere periodi anche lunghi senza avvertirli, ma ciò non significa che nel frattempo la patologia non stia progredendo.
A causa di questi sintomi, i soggetti colpiti da gonartrosi tendono ad assumere involontariamente delle posture sbagliate, che a lungo andare possono avere conseguenze negative su tutto l’apparato muscolo-scheletrico.
Le cause che possono comportare la gonartrosi sono svariate e possono essere sia di origine genetica che comportamentale. Vediamo le più comuni:
In caso di dolore al ginocchio persistente o ricorrente, è bene consultare uno specialista ortopedico. In primo luogo, il medico chiederà informazioni sui sintomi e sull’anamnesi personale e familiare del paziente.
In seguito procederà con una visita e lo sottoporrà a un esame fisico dell’articolazione del ginocchio mediante vari test che gli consentiranno di valutare la mobilità e la funzionalità dell’articolazione. Potrà inoltre prescrivere esami diagnostici, come la risonanza magnetica o radiografie (semplici o specifiche).
Altri esami, come le analisi del sangue, possono aiutare ad escludere altre malattie, come l’artrite reumatoide.
L’acquisizione di immagini a raggi X permette una diagnosi affidabile: nei casi di artrosi, l’ampia usura della cartilagine può denotare un restringimento dello spazio articolare. In queste situazioni è anche possibile rilevare la presenza di apposizioni ossee che generano delle escrescenze marginalmente all’articolazione (gli osteofiti), la sclerosi dell’osso subcondrale (ovvero l’indurimento dell’osso contiguo alla cartilagine) e la presenza di geodi, ovvero cavità ripiene di liquido che si formano nell’osso al di sotto di una cartilagine lesionata (che quindi diventa permeabile al liquido articolare).
L’usura della cartilagine meno grave è difficile da distinguere nelle immagini a raggi X, per cui in questo caso il medico generalmente richiede una risonanza magnetica.
L’obiettivo principale di qualsiasi trattamento per l’artrosi è quello di ridurre il dolore e aumentare la mobilità articolare. Le opzioni di trattamento dipendono principalmente dallo stadio in cui versa la patologia e dalla velocità di progressione.
Un trattamento conservativo può includere:
L’intervento chirurgico può rendersi necessario se la cartilagine si è ridotta in modo significativo o addirittura è completamente scomparsa e quando è presente una grave deformità degli assi meccanici.
Le principali opzioni di chirurgia sono l’osteotomia e l’artroplastica (o protesi).
Nel post intervento sarà indispensabile il lavoro del fisioterapista per aiutare i pazienti a:
In genere, tra le 6 e le 8 settimane dopo l’intervento, è possibile riprendere, nei limiti del possibile, le proprie abitudini, come il lavoro e altre attività domestiche.
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FT Dr. Enrico Gumirato