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Strappo muscolare: diagnosi e trattamenti

Fisiosanity Informa / Strappo Muscolare

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I muscoli sono composti di fibre e tessuto connettivo. Lo strappo muscolare consiste nella rottura di alcune o, nei casi più gravi, tutte le fibre che compongono un muscolo.

Questo tipo di lesione è molto frequente in ambito sportivo, poiché lo strappo è normalmente causato da un’eccessiva sollecitazione del muscolo e può accadere per:

  • trauma diretto: dopo una contusione;
  • trauma indiretto: durante la contrazione in allungamento del muscolo.


 

L’eccessiva sollecitazione compare quando al muscolo viene richiesto uno sforzo che non è pronto a fare, quali possono essere le cause di questo sforzo eccessivo?

  • non è stato adeguatamente allenato;
  • non è stato sottoposto al giusto riscaldamento;
  • quando la stanchezza inizia a farsi sentire, ad esempio a fine allenamento.


 

Qualsiasi muscolo del corpo può essere soggetto a uno strappo muscolare, le sedi colpite di norma sono gli arti.

Differenza tra distrazione, elongazione e stiramento

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Distrazione, elongazione e stiramento muscolare sono tutti eventi legati a infortuni muscolari. Erroneamente usati come sinonimi, appartengono a diverse classificazioni di lesione muscolare.

Strappo, distrazione e stiramento indicano la rottura delle fibre muscolari.

La differenza sta nella percentuale di fibre lesionate:

  • se le fibre rotte sono inferiori al 5% si parla di distrazione muscolare o strappo di primo grado;
  • la lesione coinvolge dal 5 al 50% delle fibre identifica uno stiramento o strappo di secondo grado;
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  • quando supera il 50% lo strappo è grave e diventa di terzo grado.

 

L’elongazione, invece, identifica un allungamento forzato del muscolo, oltre la sua capacità elastica. In questo caso non c’è rottura delle fibre.

I tre gradi dello strappo muscolare

Approfondiamo le specifiche che identificano i 3 gradi di gravità dello strappo muscolare.

Lo strappo di primo grado – distrazione muscolare – interessa meno del 5% delle fibre muscolari. Il danno è tutto sommato modesto, non c’è perdita di forza o limitazioni di movimento. Viene percepito come un leggero fastidio che si accentua durante la contrazione e l’allungamento.

Con uno strappo muscolare di secondo grado, la lesione comincia ad essere più grave. Sono coinvolte un maggior numero di fibre, che possono andare dal 5% al 50%.
Si avverte un dolore acuto, simile a una fitta, in seguito a una violenta contrazione muscolare. La lesione interferisce con il gesto atletico, ma consente allo sportivo di continuare la gara o l’allenamento. Tuttavia, il dolore aumenta a ogni tentativo di contrarre il muscolo.

La lesione di terzo grado causa una vera e propria lacerazione del muscolo. Le fibre coinvolte sono ben oltre il 50%. La lesione è riconoscibile anche alla palpazione come un avvallamento, uno scalino del muscolo.
Il dolore, in questo caso, è violentissimo e l’ematoma subito visibile. Provoca una completa impotenza funzionale, tanto che se avviene negli arti inferiori, l’atleta si accascia subito a terra.

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Quali sono i sintomi

Quali sono i sintomi che un soggetto avverte in seguito a uno strappo muscolare. Il più evidente è il dolore acuto nella zona lesionata, tanto più intenso quanto maggiore è il numero di fibre coinvolte e si ripresenta a ogni contrazione del muscolo.

A seconda della gravità, possono comparire ematomi, essendo il muscolo irrorato da una fitta rete di capillari. La rottura delle fibre causa uno versamento ematico più o meno evidente.

Nei traumi più lievi il sangue rimane all’interno del muscolo, non visibile. In quelli più gravi migra in superficie dove si accumula formando appunto degli ematomi.

Può insorgere una contrattura muscolare “di difesa” per evitare che la situazione possa peggiorare. L’organismo, in questo modo, cerca di immobilizzare l’area interessata per aiutare il recupero.

Cosa fare subito in caso di strappo muscolare

Hai uno strappo muscolare: cosa puoi fare subito?

La prima cosa da fare è fermarsi! Sospendere immediatamente l’attività sportiva e immobilizzare la zona colpita evita il peggioramento della lesione.

Se nei casi più gravi tale sospensione è d’obbligo, in quelli più lievi, vista la tendenza è stringere i denti e continuare. Ma attenzione! In questo modo aumenta notevolmente il rischio di aggravare la situazione. È meglio fermarsi il prima possibile, anche se il dolore avvertito è di lieve entità.

Dopo essersi fermati, è buona norma:

  • evitare di caricare l’arto interessato;
  • mettere l’arto sofferente in una posizione di riposo;
  • applicare un impacco freddo – borsa del ghiaccio, spray, ecc. – sulla zona interessata in modo da ridurre il flusso di sangue ai vasi lesionati;
  • evitare qualunque forma di calore, niente massaggi, pomate o fanghi;
  • rivolgersi ad un medico specializzato per sottoporsi ad esami strumentali e valutare la reale entità del danno.

Quali sono i trattamenti

Per valutare la reale entità del danno è necessario rivolgersi ad un medico o un fisioterapista e sottoporsi a esami specifici.

Il passaggio dal medico è consigliato anche nel caso di lesione di primo grado. Per avere la certezza di una completa guarigione ed escludere così eventuali recidive.
In questo caso, oltre al riposo, vengono prescritti antinfiammatori e miorilassanti per agevolare la guarigione ed esercizi di recupero.

Le lesione più gravi invece – secondo e terzo grado – necessitano di un vero e proprio percorso di riabilitazione e recupero.

I trattamenti conservativi proposti e che risultano essere più efficaci, sono:

  • tecarterapia, un trattamento elettromedicale non invasivo che, unito alla tecnica manuale dell’operatore, riattiva i naturali processi riparativi e antinfiammatori del nostro corpo;
  • laserterapia ad alta potenza che unisce l’effetto antalgico e antidolorifico, ottenuto con basse frequenze, con l’effetto anabolico e di biostimolazione e rigenerazione dei tessuti, ottenuto con alte frequenze.

Il numero di trattamenti varia a seconda della gravità dello strappo muscolare.

Se la lacerazione del muscolo è grave e profonda, normalmente si interviene in modo chirurgico. L’intervento chirurgico viene seguito da un percorso di riabilitazione e recupero personalizzato.

Come prevenire uno strappo

Le fibre lesionate dallo strappo muscolare hanno scarsa capacità di rigenerazione. Il processo di riparazione crea un tessuto cicatriziale meno elastico, meno contrattile e meno resistente di quello muscolare.

In questo modo si formano aree con differente elasticità che aumentano sensibilmente il rischio di recidive.

Allontanare il più possibile il rischio di una nuova lesione diventa dunque fondamentale.

La prevenzione degli strappi muscolari si basa su alcuni punti fondamentali:

  • eseguire sempre un riscaldamento adeguato sia generale che specifico della parte;
  • ascoltare il proprio corpo. Essere certi del proprio stato di salute in relazione allo sforzo o all’allenamento che dobbiamo svolgere;
  • l’abbigliamento adatto aiuta nella prevenzione. Coprirsi bene nei mesi invernali e utilizzare pomate specifiche durante la fase di riscaldamento;
  • prima e dopo l’allenamento eseguire esercizi di allungamento per favorire la flessibilità e l’elasticità muscolare.

 

La prevenzione degli strappi muscolari più gravi vuol dire fare una corretta terapia delle forme più lievi.
Non sottovalutare mai alcun sintomo doloroso, anche se lieve.

 FT Dr. Enrico Gumirato

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